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Pianifica le Missioni di Volo con il Drone: Evita le No-Fly Zone

Come volare nella No-Fly zone ?

 

L’uso dei droni sta diventando sempre più popolare in Italia, ma con l’aumento delle aree soggette a restrizioni normative (le cosiddette No-Fly Zone), è fondamentale che i piloti di droni verifichino sempre le aree geografiche prima di ogni volo. Non rispettare queste regole può portare a pesanti multe e addirittura a denunce penali.

Tipologie di Zone Restrittive

Esistono diverse tipologie di zone restrittive, ognuna con specifiche condizioni di volo:

  • P (Proibita): volo sempre interdetto.
  • R (Regolamentata): zona soggetta a restrizioni di volo (specifiche condizioni).
  • D (Dangerous): zona pericolosa per attività di volo.

Zone P (Aree Proibite)

Le zone di tipo P includono aree dove il volo è sempre interdetto. Queste aree comprendono:

  • ATZ aeroportuali
  • Siti industriali
  • Carceri
  • Beni culturali
  • Caserme militari
  • Parchi nazionali
  • Riserve naturali

Zone P o R (Aree Proibite o Regolamentate)

In queste zone il volo è interdetto, ma potrebbe essere possibile in alcune condizioni specifiche. Esempi includono siti industriali, carceri, beni culturali, caserme militari, e altre aree sensibili.

Parchi e Riserve Naturali

Il volo è generalmente interdetto anche se la zona non risulta vietata su D-Flight. Secondo l’articolo 793 del Codice della Navigazione, l’ENAC può vietare il sorvolo su determinate zone per motivi di sicurezza o ordine pubblico su richiesta della competente amministrazione. Quindi, è proibito sorvolare solo quelle aree nei parchi dove il divieto è stato approvato dall’ENAC e pubblicato sulla piattaforma D-Flight.

Zone P e D (Aree Proibite e Pericolose)

Queste zone sono interdette e pericolose. I piloti devono prestare particolare attenzione alla natura pericolosa delle attività all’interno di queste aree.

Operazioni in Categoria OPEN

Prima di ogni volo, l’operatore UAS deve prendere visione della Circolare ENAC ATM-09A riguardo l’utilizzo dello spazio aereo e la conformazione delle zone geografiche UAS. Deve verificare la propria zona di operazioni sulle mappe presenti sul portale D-Flight. In base al colore della zona, l’altezza di volo consentita può variare (es.: “zona rossa” 0 m, “zona arancione” 25 m, ecc.).

Se non è possibile volare in categoria OPEN, le operazioni devono essere condotte in categoria SPECIFIC.

Operazioni in Categoria SPECIFIC

Le operazioni in categoria SPECIFIC possono essere condotte secondo scenari standard (STS) o secondo quanto riportato nell’Autorizzazione Operativa rilasciata da ENAC. Secondo la Circolare ENAC ATM-09A, le operazioni devono seguire determinate procedure in casi specifici:

  1. Operazioni nelle vicinanze degli aeroporti (civili e militari).
  2. Qualora richiesto dalla valutazione di rischio secondo l’art. 11 del Regolamento (UE) n. 2019/947.
  3. Operazioni nello spazio aereo oltre i 120 m di altezza dal punto più vicino alla superficie terrestre.

In questi casi, è necessaria la creazione di una riserva di spazio aereo per le operazioni dell’UAS, e l’operatore deve ottenere il nulla osta all’utilizzo dello spazio aereo dalla Direzione Aeroportuale ENAC competente per territorio o dall’Aeronautica Militare, a seconda se si tratti di un aeroporto civile o militare. Questo nulla osta può comportare l’istituzione di una “zona temporaneamente regolamentata” (R), resa pubblica con NOTAM o Supplemento AIP e rappresentata nel portale D-Flight.

Conclusioni

La pianificazione delle missioni di volo con il drone è essenziale per evitare sanzioni e problemi legali. Controllare sempre le mappe e le restrizioni sul portale D-Flight è un passo imprescindibile per garantire la sicurezza e la conformità alle normative vigenti. Per maggiori dettagli su come pianificare i tuoi voli e rispettare le normative, visita il sito di SouthDrone.

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